Questo il testo integrale della lettera inviata dal Sindaco di Capo d’Orlando, Franco Ingrillì, al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ed al Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte.
“Da quasi quattro anni, ormai, ho l’onore di guidare il Comune di Capo d’Orlando, terzo centro della Provincia di Messina per densità di popolazione, punto di riferimento turistico e commerciale per il vasto comprensorio dei Nebrodi.
Dal 2012, Capo d’Orlando è stato dichiarato comune virtuoso sulla scorta delle normative seguite alla grave crisi finanziaria e da allora subisce un’imponente decurtazione dei trasferimenti statali. Questi tagli aggravano l’esposizione debitoria del Comune che amministro e incidono sull’erogazione dei servizi essenziali.
Il Comune di Capo d’Orlando, inoltre, ha subito in questi ultimi otto anni il prelievo sull’IMU finalizzato ad alimentare il Fondo di solidarietà destinato ai Comuni più bisognosi per una quota perequativa di € 1.400.000,00 annui, quota basata sui criteri di capacità fiscale e bisogni standard, a fronte di un incasso complessivo (presunto) di circa € 3.500.000,00 euro. Al Comune di Capo d’Orlando rimangono circa € 2.100.000,00 per pagare stipendi, costi fissi e servizi!
Peraltro, è giusto evidenziare che la trattenuta operata sul gettito dell’IMU in favore del Fondo di solidarietà non assolve solamente una funzione solidale nei confronti degli altri Comuni, ma da questa operazione ne trae vantaggio anche lo Stato, che non traferisce più ai comuni cosiddetti “non virtuosi” la totalità delle somme, ma ne trattiene una cospicua percentuale.
A seguito della crisi economica degli ultimi anni, poi, il Comune di Capo d’Orlando non è riuscito a mantenere le caratteristiche di Comune virtuoso, subendo il paradosso di dover gestire l’attività amministrativa in situazione di difficoltà finanziaria e, al tempo stesso, continuando a subire il suddetto prelievo.
Come se ciò non bastasse, alle gravi difficoltà finanziarie in atto, si è aggiunta la più grave crisi economica dal dopoguerra a causa dell’emergenza sanitaria del Covid-19.
Com’è noto, ci troviamo a fronteggiare una situazione molto complessa con ripercussioni evidenti in tutte le categorie sociali e produttive e che ha obbligato i Comuni, anche su corretta indicazione del Governo Centrale, a sospendere il pagamento di tutti i tributi ai propri concittadini. Questa situazione ha aggravato ulteriormente la situazione di difficoltà finanziaria in cui versava l’Ente Locale che amministro. Ciononostante, siamo chiamati ad adempiere agli obblighi di legge e al pagamento dei debiti, oltre a dover continuare a garantire i servizi e alla retribuzione del personale dipendente.
Ad oggi, il Governo Centrale è intervenuto anticipando l’erogazione del fondo di solidarietà ai Comuni ritenuti nel 2012 bisognosi, ma non ha supportato in alcun modo quelli che, come Capo d’Orlando, non usufruiscono di questo aiuto. Pertanto, non è arrivato alcun sostegno, né è stato annunciato.
Il Governo Centrale, inoltre, ha provveduto a rinviare le rate dei mutui dovuti alla Cassa Depositi e Prestiti, ma non quelle inerenti il D.L. n.35 dell’aprile 2013 che hanno scadenza semestrale. Di questi ultimi mutui, la rata con scadenza a fine maggio rappresenta generalmente la quota maggiore di ratei da pagare per i Comuni.
Mi chiedo: in questa situazione come può sopravvivere un Ente locale come il nostro? Come possiamo resistere senza un aiuto immediato da parte del Governo e senza avere al momento alcuna possibilità di introito? Come possiamo provvedere al pagamento quantomeno degli stipendi ai dipendenti, dei costi fissi giornalieri e della rata di mutuo prevista per fine maggio?
Mi chiedo anche cosa potrà accadere quando, com’è prevedibile, la maggior parte dei cittadini che ha dovuto chiudere la propria attività, ma anche gli operatori che hanno visto compromessa la stagione turistica, le imprese che hanno fermato i cantieri, tutti coloro che non avranno percepito gli affitti degli immobili, non riusciranno ad onorare nel mese di luglio il pagamento dell’IMU ai Comuni.
In questo momento di grave emergenza non si può certo parlare di capacità fiscale, eppure l’Ente che amministro è sicuro, al momento, di vedersi decurtata già alla fonte e sulla certa minor quota versata, l’intera somma di 1.400.000,00 euro.
Signor Presidente della Repubblica, Signor Presidente del Consiglio, sono d’accordo nel richiamare l’Europa ai propri doveri comunitari in un momento difficilissimo per tutta l’Unione, ma è di tutta evidenza che anche lo Stato italiano debba, da parte sua, comprendere che qui, immediatamente, o si va incontro alle necessità delle periferie e soprattutto degli Enti Locali, o i Comuni come il nostro soccomberanno prima di quanto si possa immaginare, con conseguenze gravissime, a cascata, sui propri territori.
Non appartengono al mio modo di vedere l’amministrazione della cosa pubblica i gesti plateali e clamorosi: ritengo che il dialogo sia la strada maestra per giungere ad una soluzione anche se, non vi nascondo, ho accarezzato l’idea di consegnare la fascia tricolore a S.E. il Prefetto di Messina. Non per un gesto di resa o di codardia, ma perché non vorrei essere ritenuto responsabile di una pandemia economica che, pure, farebbe danni equivalenti, se non superiori, a quella sanitaria.
Ho sempre onorato questa fascia simbolo di unità e appartenenza che ho indossato con orgoglio sin dal primo giorno di mandato amministrativo e che in questi momenti drammatici, la mia comunità vede come faro nella tempesta, zattera a cui aggrapparsi.
Non cedo alla tentazione di compiere gesti plateali che magari potrebbero darmi la notorietà mediatica: a me interessa di più risolvere il problema, portare soluzioni alla mia comunità, piuttosto che soffiare facilmente sul fuoco del malcontento.
Per questo, proprio nel nome di questa fascia e di questo tricolore, Signor Presidente della Repubblica e Signor Presidente del Consiglio, chiedo il Vostro autorevole intervento per un segnale concreto di vicinanza, non nei confronti solo del Comune che mi onoro di guidare, ma per l’intero territorio e per tutta la popolazione che attende risposte ad istanze legittime.
Al Presidente della Regione, all’Assessore Regionale alle Autonomie Locali, al Presidente dell’Anci, chiedo di farsi portavoce e supportare in ogni modo questa richiesta al Governo centrale: davvero non c’è più tempo!
Dateci strumenti per agire, sostegni concreti per amministrare, dateci un motivo per non arrenderci.”